Galleria Monica de Cardenas
Zuoz, Saint Moritz, Svizzera
Dal 6 Dicembre 2014 al 4 Aprile 2015
A cura di Marco Scotini
Monica De Cardenas è lieta di annunciare un’importante retrospettiva dedicata all’opera di Gianni Colombo (1937- 1993) presso la propria sede di Zuoz, in un momento di grande riscoperta internazionale dell’artista milanese.
Come ha affermato recentemente Olafur Eliasson a proposito di Colombo: “oggi la grande rilevanza e l’importanza del suo lavoro” non sta tanto nei suoi “risultati formali” quanto “sulle conseguenze” o gli effetti che esso è in grado di produrre. Di fatto, più che un catalogo di forme o una collezione di oggetti di carattere minimalista, Colombo ha prodotto negli anni una notevole raccolta di dispositivi: macchine percettive, congegni intermutabili, campi di forze. Opere, cioè, che si impongono per il loro funzionamento piuttosto che per il regime di segni che mettono in scena. La precedenza della natura performativa su quella rappresentativa, che è al centro delle opere di Gianni Colombo, definisce il carattere singolare e anticipatore della sua intera ricerca.
Tra i protagonisti dell’arte cinetica internazionale e, in seguito, tra i maggiori esponenti della tendenza ambientale, Colombo coniuga la ricerca spaziale di Fontana con una matrice surrealista originaria che, nella mutabilità e nel movimento, introduce sorpresa e straniamento. Al centro del suo lavoro c’è lo spettatore: tanto la sua partecipazione diretta quanto il suo coinvolgimento psichico. Dunque, non solo lo spettatore inteso come statuto teorico, secondo l’accezione di Duchamp, bensì lo spettatore concreto, nella sua realtà fisica e sensoriale. I monocromi bianchi e pulsanti di Colombo, oppure quelli ruotanti, così come gli ambienti luminosi e quelli architettonici, decostruiscono continuamente le attitudini percettive e comportamentali del soggetto che è chiamato a interagire con essi.